Ecco 4 cose che puoi fare dopo un’abbuffata
Forse conosci la situazione: dopo un po’ di tempo che segui una dieta, che eviti certi cibi o conti le calorie, c’è sempre qualcosa che scatena l’abbuffata. Hai iniziato a mangiare un cibo particolarmente buono, e forse giudicato anche come un cibo proibito. Ne mangi un po', e poi ne mangi ancora un po', ed è qui che capisci che non riesci più a fermarti. Ci sono svariati motivi per questo, ad esempio:
- sei da sola e con un certo senso di libertà: finalmente puoi mangiare tutto quello che vuoi;
- oppure pensi che questa sia l’unica occasione per mangiare questo cibo – domani potrebbe non essere più a tua disposizione;
- oppure, solamente pensando di doverti fermare in questa faccenda così piacevole ti viene semplicemente la tristezza.
Ricordati che è tutto normale. Che non hai fallito. Non sei una persona cattiva. Fatto sta però che l’abbuffata spesso ci fa stare male sia mentalmente che fisicamente. Quindi come si fa a creare una relazione più serena con il cibo?
Per quanto riguarda l’abbuffata devi cercare di cambiare il tuo modo di reagire dopo l’avvenuto.
Le 4 cose da fare sono:
- non arrabbiarti con te stessa
- abbandona la mentalità del “o tutto o niente”
- non compensare ciò che è successo
- impara dall’esperienza e continua a vivere la tua vita
Non arrabbiarti con te stessa
La prima cosa da fare è di lasciar andare i sentimenti di colpa e vergogna.
Invece di arrabbiarti e parlare male a te stessa, pensa a come parleresti a una buona amica. Non la rimprovereresti mai come faresti con te stessa. La compassione verso se stessi si fonda sul volersi bene – e devi volerti bene per aver voglia di trattarti bene.
La prossima volta che ti capita di mangiare oltre alla tua soglia di piacevole sazietà, cerca di trattarti e parlarti con tanta empatia, senza rimproveri o giudizi. Potresti farti ispirare dalle seguenti affermazioni:
- Sono un po’ troppo piena, ma era buono e me la sono goduta.
- Sto imparando ad ascoltarmi.
- Durante la settimana sono riuscita più volte a onorare la mia fame e i segnali di sazietà.
- Ho mal di pancia e mi spiace – ora sento il bisogno di
-
- riposare
- chiamare un’amica
- prendere un po’ di aria
- coccolarmi…
- Non so perché non mi sono fermata prima ma ne avrò avuto bisogno per qualche motivo.
- Questo è un processo e sto imparando tante cose di me stessa.
Abbandona la mentalità del tutto o niente
Per me la Nutella, quando ero bambina, era una cosa che trovavo solamente a casa dei miei amici. Quando avevo l’occasione di mangiarla facevo proprio fatica a smettere. Anche da adulta: la Nutella non la potevo tenere in casa. Passavo periodi lunghi senza avvicinarmi mai alla Nutella e se mi capitava di mangiarne un po’ scattava qualcosa dentro di me e non riuscivo più a fermarmi. Era come un buco nero che continuavo a riempire velocemente senza neanche darmi il tempo di gustarmela davvero. Pensavo di aver ormai rovinato un periodo “buono”, tanto valeva continuare a riempirmi di Nutella, perché l’indomani avrei deciso di non mangiarne mai più. Questo modo di vedere la situazione è anche conosciuto come l’effetto dell’ultima cena.
Il fatto che tu abbia mangiato fino al punto di sentirti troppo piena non significa che hai fallito o sbagliato. Non è successo niente, e niente è rovinato: per qualche motivo hai semplicemente mangiato superando il punto del sentirti piacevolmente piena.
La mentalità della dieta ci insegna di pensare nella modalità del “o tutto o niente”: abbuffate seguite dal centellinare il cibo, con il peso che va sù e giù come uno yo-yo, cosa che non è soltanto dannosa per il fisico ma anche per la mente.
La soluzione è di uscire da questa mentalità del “o tutto o niente” e di aprirsi verso l’idea del “questo e anche quell’altro”. Dopo un’abbuffata dovresti essere gentile con te stessa, aspettare che ti torni la fame e mangiare di nuovo quello che hai voglia di mangiare.
Non compensare nulla
Questa parte è stata una svolta importante per me. Prima, quando mangiavo troppo, calcolavo le calorie e poi andavo a correre per il tempo che ci voleva per bruciare quelle “di troppo”. Ora, se mi capita in particolari occasioni come, ad esempio, una cena con gli amici, non faccio assolutamente niente per compensare. Probabilmente non avrò fame quando si avvicina l’ora del prossimo pasto e mi piacerebbe aspettare fino a sentire di nuovo fame. Ma se la mia famiglia è pronta per mangiare mi siedo con loro e mangio, magari solamente qualcosa di leggero e fresco. In questo caso il mangiare senza avere fame è una forma di self-care, cioè essere socievoli, trovarsi con la famiglia per un pasto insieme, il che, oltre il semplice atto di nutrirsi fisicamente, ha molti significati.
Quindi, dopo un’abbuffata non devi infliggerti restrizioni o cercare di compensarla mangiando di meno o allenandoti più di quanto faresti normalmente. Evita di punirti e cerca invece di nutrirti sia fisicamente che mentalmente.
Impara dall’esperienza e continua a vivere la tua vita
Questo punto lo trovo interessante anche come regola di vita in generale. Mi viene in mente una frase che ho sentito dire: “La vita è un esperimento quotidiano.” Oppure, come diceva il nostro Kierkegaard: “La vita può essere capita solo all’indietro ma va vissuta in avanti.”
Ma atteniamoci in questo articolo all’abbuffata: invece di arrabbiarti, compensare o seguire la mentalità della dieta del “o tutto o niente”, cerca di imparare qualcosa dalla tua esperienza.
Chiediti questo:
- Quali erano i “triggers”, cioè le parole, occasioni, eventi o circostanze che hanno fatto scattare la voglia di mangiare molto oltre la soglia di piacevole sazietà?
Riflettendo sulla risposta magari scopri qualcosa di nuovo su te stessa mentre continui a vivere la tua vita.
Ti sei mai sentita in colpa riguardo al mangiare? Mi farebbe piacere sentire la tua risposta. Puoi mandarmi un messaggio qui.
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